mercoledì 14 febbraio 2007

...IL SENSO DELLA VITA...


Il senso della vita sta in una metropolitana.
Si nasconde li, un po' rintanato, un po' rincantucciato, intimidito e intirizzito, un po' rincoglionito, ma è pur sempre il senso della vita e si trova in una metropolitana. Una di quelle belle decadenti, abbastanza sporche e piene di zombie addormentati che credono di andare a lavorare. Come quella che i londinesi prendono alla mattina e pomeriggio, tornando sempre a casa come piccioni viaggiatori troppo vecchi per ribellarsi. E' lì che le cose si capiscono, che il ventre puzzolente della vita ti appare in tutta la sua potenza, lì il peto dell'esistenza mostra la sua faccia bella. E' bello sentire la puzza delle ascelle del dirigente alla tua destra, l'alito pesante della vecchia davanti a te, la scoreggia del bambino al centro del vagone, i capelli sporchi del metallaro conformista. Io amo tutto questo, specialmente quando il calderone di odori è intriso di un po' di sano buon smog. Il fumo di un diesel è l'ideale, ma anche l'alito sporco della città, il suo naturale odore di fegato putrefatto, non dispiace.......tutto ciò l'ho vissuto per soli 2 giorni, tra le cosce della "Baldracca Londra", prima di partire per l'altro pianeta di nome Mexico......................mi è bastato per poter affermare che il senso della vita sta in una metropolitana.... Comunque non è di questo che voglio parlare, gli odori della vita quotidian-metropolitana sono tanti, piacevolmente fetenti, ma non ti fanno afferrare il senso della vita. Al limite aiutano a creare la giusta atmosfera, a sistemare lo scenario a prepararti la mente per afferrare il concettone, l'essenza, il biscottone. Sono le persone che ci danno il definitivo calcio in culo per scavalcare il muro dell'umana ignoranza. Dalle persone della metropolitana si capisce tutto. Cioè il necessario. Le puoi vedere ansimare per trovare un posto a sedere, sgomitare per sboccare sull'uscita, leggere un libro senza capirlo, sentire il Walkman a volume patogeno, sbirciare il giornale degli altri, lamentarsi del caldo letto appena lasciato, ridere e scherzare senza dire niente, discutere sul più figo e la più figa, divagare sulla figa e sulle pompe, abbassare la voce quando tali parole entrano nel discorso, fissare per la millesima volta le smunte pubblicità da metro', occhieggiare le gambe della bella ragazza in minigonna, guardare il vuoto credendo di vederci qualcosa, vedere le persone intorno facendo finta di guardare altro, guardarsi sul vetro credendo che sia uno specchio, abbracciare le colonnine di sostegno, meditare sulla vita e il resto.In metropolitana il numero dei meditatori esistenziali è esorbitante. Tutti pensano, rimuginano, comparano e analizzano, tutti pensano di essere gli unici a farlo, tutti decidono poi di tornare a casa e di scrivere il rantolante frutto di tanto spreco neuronale. Come questo. Alla fine rimane solo da tirare le conclusioni, aiutati dal tanfo visivo e l'obbrobrio olfattivo, aiutati dal fatto che per imparare e capire si devono ripetere le cose, con pazienza, volta dopo volta, e in metropolitana le azioni si ripetono sempre. Le conclusioni sono ovvie, il senso della vita è che non c’è senso e va vissuta com'è, questi grumi di cellule che si fan chiamare uomini e si spacciano per intelligenti ubbidiscono alle leggi di un branco di cromosomi tirannici, che subdolamente vogliono preservarsi e duplicarsi e per farlo nel miglior modo possibile hanno ben pensato di costruirsi intorno un essere umano. Un povero pirla, in fondo, che crede di pensare e ragionare, di poter decidere e fare, di essere intelligente e persino diverso. Un pirla astuto, in fondo, che trova sensi e significati dove non ce ne sono e si inventa attività giuste o divertenti, godibili e perseguibili.Si costruisce intorno una società e si fa plasmare totalmente da essa, contribuisce al lombricone umanitario e si fa ruminare dallo stesso.Si mescola alla gente perché lui è la gente e della gente assorbe tutto, ne diventa parte indistinguibile, ne è l'essenza, il succo, il caffè del pocket-coffee. Alla fine ha anche il coraggio di rivendicare una sua propria individualità. Geniale! Il bello e' che ci crede proprio! Si pensa diverso e forse anche migliore dei suoi simili. Quest'uomo è veramente notevole, in fondo era solo figlio di un gene ma si è convinto di essere figlio di Dio. Si è costruito un mondo e una religione, una scienza e pure una filosofia. E' da ammirare un tale "insieme di massa citoplasmatica", quantomeno ha fantasia. Non per niente, modestamente, "Veleno" ne fa parte.

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